Più uno.
+1, Un punto percentuale non fa un grosso effetto, se guardato con gli occhi dei numeri.
Un punto in più, sul tabellone, significa essere arrivati primi.
Aggiungere un “più uno” a ciò che facciamo, ci fa essere ricordati.
Ne parliamo oggi, nel nuovo numero di #TraleNote.
Amiche e amici, bentornati Tra le Note. Questa stagione sta assumendo dei connotati diversi rispetto alla scorsa, credo si noti: le idee sono più concrete e le tematiche più pratiche. Spero vi piaccia; per ogni feedback vi aspetto qui → marco@aperto.studio.
Oggi parliamo di “più uno”, di quel passettino in più che ti può distinguere e far notare, nei progetti e nelle relazioni, sia fuori che dentro il tuo progetto imprenditoriale.
Non parlo dell’ossessione di fare di più (quella grazie al cielo con il tempo si perde), ma con l’essere determinati a fare quello che ci è richiesto, e lasciare in più un proprio segno, che possa dire: questi siamo noi.
Crearsi la Forma Mentis per inclinarsi sempre verso alla ricerca del proprio “più uno” è fondamentale per chi fa questo mestiere, già in partenza impegnativo e usurante, quindi parliamone, partendo dai perché.
Un passo in più per te
Quanto ti senti pronto/a a riconoscere un’occasione? Qual è lo standard, per te, per poter dire: “cavoli, questa è davvero un’occasione per dimostrare chi sono”?
Per me, per tanto tempo è stata una soglia molto, molto bassa.
A partire dall’università, ogni esame dato l’ho sempre vissuto come l’occasione di condividere con gli altri un mondo pieno di colori, forme e parole interiore che aveva urgenza di uscire.
Queste occasioni di giudizio, per me, erano sfiati, momenti per esprimermi, finendo spesso per aggiungere quel passettino in più.
Quel passetto in più,
me ne accorgo ora eh,
messo in fila con tutti gli altri passetti, ha fatto si di fare una camminata in più, di vedere, imparare, testare e fallire di più.
Quel passetto in più,
spesso,
mi ha fatto indossare un maglione a righe bianche e rosse, come Waldo.
Waldo lo ricerchi, e Waldo, a modo suo, sa come farsi trovare.
Un gesto in più per loro
Abbiamo parlato della delega nella scorsa nota e non ci torniamo oggi, ma una cosa è certa:
Ricevere ti fa imparare a dare, e dare ti porta a ricevere.
Ne sono certo, convinto fino al midollo, perché ho avuto tanto dagli altri, e ora passerei tutte le mie ore lavorative a pensare a loro.
Loro, le persone che, con i loro caratteri e personalità diverse e complesse, danno vita ad Aperto. Anche loro hanno bisogno di un più uno.
Non è un caso che questo paragrafo si trovi in mezzo, tra te e gli altri; qui parliamo di aziende, e per riuscire a dare di più ai tuoi clienti, devi essere aiutato/a dalle tue persone. Dando l’esempio.
Questo, per la mia piccola esperienza, passa da un concetto molto semplice: la cura.
Trasmetti cura nei loro confronti, tramite tutti gli strumenti che hai: dall’ascolto alla gentilezza, passando dai soldi fino alla condivisione della direzione.
Saranno loro a riversare la cura ricevuta, all’esterno, fuori, verso gli altri.
Un motivo in più per gli altri
Gratificazione istantanea.
La mammasantissima delle soddisfazioni.
Ad azione reazione:
lancio pezzo di ghiaccio e si spacca, bello, ah che goduria. Scusate ho degli spunti animaleschi reconditi e incontrollabili.
I più uno, portano molto facilmente verso l’ottenimento di risposte di pancia, di reazioni umane dell’altro. Anche dei nostri clienti. E allora diamoglieli!
Creiamo sorpresa, stupore, o semplicemente lavoriamo sull’esperienza: molti, nella mia industria (comunicazione, design o marketing che sia), conteggiano le ore del team per creare i preventivi.
Ma le ore del cliente passate insieme a noi invece? Che sia in persona, in remoto o attraverso comunicazione scritta, come si trovano a condividere del tempo insieme a noi? Lo vorrebbero fare in maniera diversa?
Sono domande che noi, come guide, dobbiamo porci.
Sono azioni che esulano dall’oggetto del lavoro che ci viene richiesto,
che per sua natura deve essere realizzato al meglio.
Sono piccoli più uno, che in fila, uno dopo l’altro,
creano il motivo per cui il tuo progetto viene scelto.
Alla prossima nota.
Marco.