Tra le note

La prima notte

Oggi, è il compleanno di Aperto.
Ed io nelle vacanze di natale ho riguardato Scrubs.
Newsletter che paragona come è stato il primo anno di Aperto con il primo turno di notte in ospedale per iniziare l’anno con una retrospettiva? OK.

Amiche e amici, bentornati Tra le Note. Come state?

Durante queste vacanze natalizie, complice un po’ di tempo libero e il bisogno di qualcosa di leggero, ho iniziato un rewatch di Scrubs.

Avete presente quella puntata? JD, il protagonista, si ritrova a gestire il suo primo turno di notte in ospedale, senza supervisione, insieme ai suoi compagni.

Nessun medico a guidarli, solo loro, i pazienti e un mare di dubbi e paure.

È un momento in cui capiscono che, per quanto abbiano studiato, ora devono affrontare la realtà.

Mi è sembrato un perfetto parallelismo con il primo anno di Aperto. Quella sensazione di essere da soli, con mille cose da imparare, ma anche con la carica di chi sa di poter contare sulle proprie forze.

E ora, con l’inizio di un nuovo anno, è il momento perfetto per fare una retrospettiva.

E tu, hai paura del buio?

Aprire un’azienda è un po’ come affrontare quella prima notte:

Hai già fatto tutto di giorno, ma di notte, da soli, l’atmosfera è diversa.

Le prime settimane? Un vortice: burocrazia, contratti, documenti, tutto da scoprire. Ogni piccolo passo sembrava una montagna. Ma noi eravamo preparati, almeno così credevamo. Non essendo proprio l’emblema dei cavalieri coraggiosi, avevamo pianificato, immaginato ogni possibile scenario, e questo ci ha aiutato. Ci eravamo dati il tempo di arrivare a quel momento.

Certo, la paura c’era, ma era piccola rispetto all’entusiasmo di iniziare. In fondo, ogni piccolo successo sembrava una vittoria enorme. C’era da acclimatarsi, certo, ma l’adrenalina e la voglia di farcela erano più forti.

Se non ora, quando?

E così, una volta capito come funzionava, ci siamo trovati nel nostro “reparto”, pronti ad affrontare la notte.

L’entusiasmo di farcela da soli

Il reparto è nostro. Siamo noi a decidere come lavorare, a stabilire le regole. Nessun supervisore, nessuno a indicare la strada.

Era eccitante, quasi liberatorio. Le prime settimane ci hanno insegnato che, con un po’ di fortuna e tanta determinazione, potevamo cavarcela. Certo, qualche colpo di fortuna c’è stato, e non lo nego. Quei piccoli momenti in cui le cose vanno sorprendentemente bene, e ti senti quasi invincibile.

E così, abbiamo “surfato” le settimane centrali dell’anno con entusiasmo:

  • Un nuovo reparto con nuove persone splendide, che hanno sposato la causa e portato divertimento all’interno del gruppo.
  • Ogni progetto concluso era una conferma che stavamo facendo qualcosa di buono, che eravamo sulla strada giusta.

Ma la cosa che ignoravamo, era che il momento più critico doveva ancora arrivare: le ultime ore della notte, quelle in cui le energie iniziano naturalmente a calare e gli imprevisti sembrano moltiplicarsi (grazie burocrazia :*).

La corsa per l’alba

Gli ultimi mesi dell’anno sono stati i più intensi. Sembrava che tutti gli imprevisti si fossero dati appuntamento nello stesso momento. Ogni giorno c’era qualcosa di nuovo, come se fossimo circondati da “codici rossi”.

Eppure, sapete una cosa? Una volta superati, quei codici rossi non sembravano così gravi. Erano solo altre esperienze da aggiungere al nostro bagaglio, complessità di un sistema fangoso ed altre lezioni per essere più pronti al prossimo turno.

E così, la notte è finita.

A Natale, con una fetta del nostro panettone personalizzato (sì, abbiamo davvero fatto un panettone Aperto: glassa azzurra e nuvole bianche), ci siamo seduti a fare il punto. Era la nostra prima ora libera dopo una lunga notte di lavoro. Stanchi, ma soddisfatti.

E proprio quel panettone è diventato un piccolo simbolo per noi.

Non solo perché era buono (e lo era, giuro!), ma perché rappresentava il nostro modo di fare le cose: con cura, con personalità e sempre con quel tocco in più che ci fa sentire noi stessi.

Ogni nuovo anno è come l’alba dopo una lunga notte: ti trovi davanti a una giornata tutta da scoprire, piena di possibilità. A chi è qui a leggere, auguro un 2025 pieno di entusiasmo, piccoli traguardi, e perché no, un po’ di fortuna. E se vi capita di affrontare un “turno di notte,” ricordate: il panettone a colazione, è sempre un’ottima idea.

Alla prossima nota,

Marco.