Per un paio di Nike, gialle
L’altro giorno sono andato a pranzo dai miei.
Rientrando in camera e spulciando tra le mie vecchie cose, ho ritrovato un paio di scarpe gialle, praticamente nuovo. Perché? Ero diventato quello con le scarpe gialle.
Ricordo che mi sfottevano un po’.
Per un paio di Nike,
gialle.
Un caloroso saluto a tutti, ritorniamo al ritmo classico di Tra le Note, ogni due settimane.Anche questo autunno, che spero arrivi, continuerò a raccontare che cosa significa a livello personale e lavorativo, creare un’azienda a 30 anni, Aperto.
Ma cosa c’entra un paio di scarpe con crescere un’azienda? Partiamo.
1. La piacevolezza di essere invisibili
Devono ammetterlo:
Per alcune persone non è malvagio essere immersi nel soffice stallo di una nebbia che ti rende invisibile agli altri. È confortevole sapere di non avere i riflettori addosso nella folla e ti dona tranquillità.
Mi ricordo di averne letto a riguardo la prima volta in un libro meraviglioso: Radical Candor, di Kim Scott, ex dirigente di aziende come Apple e Google, consigliatissimo a chi lavora con le persone.
Possiamo dividerci in due grandi gruppi: Super star e Rockstar.
E l’autrice descrive le persone facenti parte del gruppo delle Rockstar, come persone bravissime nel loro, che portano a casa la pagnotta, via la spina e ci vediamo domani alle 9.
Non è importante per loro un riconoscimento pubblico, tutt’altro:
Zero stimoli,
Zero pensieri,
Concentrazione e azione.
Le super star beh, non serve spiegare tanto, o ci sono stimoli continui, esposizione al mondo oppure:
Zero energia,
Zero voglia,
Giù lo schienale della sedia e via di apatia.
Ecco anche essendo molto concorde con l’amica Kim, nel percorso di creazione di un’azienda, penso che questi macrogruppi si debbano fondere: bisogna imparare ad agire in modo fluido, cambiando l’atteggiamento a seconda del periodo che ci si para davanti.
Bisogna saper indossare scarpe gialle, e farci i kilometri se necessario.
2. L’importanza di essere riconoscibili
Dobbiamo ammetterlo: per chi lavora in comunicazione, sembra che intorno a noi tutti facciano il nostro stesso lavoro. Ma allarghiamo ancora, nei vari sotto insiemi del mondo dei servizi, indifeso dalla comoda oggettività delle caratteristiche del mondo dei prodotti, spesso le aziende diventano invisibili.
Ed eccoci alle persone, al branding e perché no alle scarpe.
Bisogna investire per farci notare,
bisogna investire per farci ricordare,
bisogna investire chi lo fa trovando parole in inglese per descrivere il proprio lavoro in modo diverso dalla controparte del caso.
Scusate.
Faccio la retro.
Crock.
Ok la smetto.
E senza aprire la parentesi del branding aziendale, per quello scrivi pure a ciao@aperto.studio, le aziende sono persone e quello lo sappiamo, ma noi, che le aziende le apriamo, siamo noi stessi l’azienda e quindi dobbiamo farci conoscere e notare al pari del nostro logo.
Con le scarpe gialle, ero quello delle scarpe gialle, ed era un’ottima cosa, solo che non l’avevo capito. A volte basta anche solo un dettaglio, nel nostro vestiario, per renderti riconoscibile in mezzo agli altri, e non lo dico io te lo possono confermare:
Quello con la corona di spine, se hai occupato sul calendario la domenica mattina,
Quello col pullover nero a collo alto, se ti posso inviare una foto su Airdrop,
Quello con la bandana, se mi consenti.
3. La bellezza di conoscersi
Devo ammetterlo.
Io la borraccia e i calzini con le nuvole l’ho comprati, si perché le adoro, ma anche perché sono profondamente utili a farmi diventare elemento di brand per Aperto.
E sta roba funziona, certamente anche a passare come scemo, ma come scemo tra le nuvole, il posto dove voglio che Aperto sia nella testa di chi lo ha incontrato:
vicino tanto da far bastare uno sguardo al cielo per pensarlo.
Le stranezze ed i contrasti poi sono sempre degli ottimi rompi ghiaccio:
le persone sono curiose e vogliono risolvere dubbi, quindi perché non metterglieli?
Facciamolo però con un senso, creiamo e raccontiamola la storia dietro la particolarità che inseriamo nella nostra immagine o in quella della nostra azienda, scegliamo qualcosa che per noi conta davvero (se vuoi sapere la storia delle nuvole clicca qui ☁️).
Non intendo la totebag di Adelphi, nemmeno il logo arcobaleno al pride month.
In conclusione divertiamoci, sia col branding delle nostre aziende sia con il nostro personale.Raccontarci senza parlare ci rende interessanti e ci dà più occasioni di raccontarci a chi è curioso abbastanza voler scoprire cosa ci sia dietro:
ad un logo con un font particolare,
ad una nuvola,
o ad un paio di Nike, gialle.
Ci leggiamo nella prossima nota.
Marco.