Fan-atici della pubblicità, lo siamo sempre stati. Advitaly è stato il primo progetto di community che abbiamo sperimentato: un luogo virtuale dove creativi e non dell’industria pubblicitaria italiana potessero riunirsi e dibattere sulle ultime campagne, superando il concetto di fredda rassegna stampa.
Il cuore di Advitaly era rappresentato dagli instant post: le campagne migliori, le più pop, postate sul nostro profilo e commentate in caption, il vero contenuto. Qui si analizzavano le scelte, il contesto e si riportavano i crediti delle persone dietro alla creatività. Qui i nostri seguaci potevano costruirsi un’idea al riguardo, conoscere altri creativi da seguire, innamorarsi del taglio di un’agenzia.
Una volta abituato il pubblico a seguirci per il nostro contenuto principale, abbiamo iniziato a sperimentare: rubriche e approfondimenti ad hoc, contenuti verticali su singoli argomenti e persone. Tutto per condividere la cultura appresa dalla nostra ossessione.
Abbiamo studiato e diffuso approfondimenti su testimonial, direttori creativi della moda e sul modo in cui essi sono connessi con il mondo pubblicitario. Ci siamo soffermati su brand specifici raccontandone le campagne migliori e peggiori, ripercorso la storia delle agenzie più famose, dagli albori fino al loro successo, per ispirare i più giovani.
In tutte le nostre uscite non ci siamo mai dimenticati del design, lavorando per avere una vera immagine coordinata pensata per i social: informazioni principali grandi e leggibili, dettagli che aggiungano profondità senza appesantire.
Una volta raggiunta la maturità, che su Instagram significa superare i 10K follower (almeno nel 2019), abbiamo fatto un redesign dell’identità, sviluppandone più accuratamente ogni utilizzo, per apparire agli occhi dei nuovi arrivati ancora più solidi e strutturati.
Per ultimo, ma non per importanza, il rapporto con la fanbase. In principio la strategia era porsi come un qualcosa di istituzionale, e cosi è stato. Per mesi siamo stati scambiati per la divisione digital di testate di editoria pubblicitaria come Engage o Youmark. Quando questo ci ha portato abbastanza autorità, cambiando tone of voice, rendendolo più vero, sincero e schietto, Advitaly si è fatta spazio e le persone hanno cominciato a trattarci come l’amico nerd, che alla fine è quello che siamo sempre stati.
Come tutte le ossessioni, anche la nostra per raccontare il mondo della comunicazione piano piano si è affievolita, lasciando spazio ad una nuova voglia quella di farla, alla nostra maniera. Advitaly si è fermato nel tempo, ed è ora un archivio di 3 anni di comunicazione italiana e non disponibile a tutti, gratuitamente, sempre sul nostro profilo.